Come agiscono gli oli essenziali sulla MENTE
Il potenziale terapeutico degli oli essenziali, come del resto quello degli altri rimedi di origine vegetale, non è stato ancora stimato in tutta la sua portata. Resta ancora molto da imparare riguardo alla loro esatta farmacologia, benchè molte erbe medicinali siano impiegate fin dai tempi antichi ed altre vengano sfruttate per produrre i composti biologicamente attivi di numerosi farmaci moderni (quale chinino e cocaina). Ciò vale in particolare per gli oli aromatici, in quanto sono per loro natura estremamente concentrati, ma anche assai complessi. Inoltre, "soltanto una piccola porzione della flora mondiale è stata investigata in relazione ai composti farmacologicamente attivi; tuttavia, dato il crescente pericolo di estinzione di numerose piante, sussiste realmente il rischio che molte importanti fonti vegetali vadano perse".
La ricerca moderna ha confermato pienamente le credenze popolari riguardo agli impieghi terapeutici di particolari piante, anche se col tempo la terminologia è mutata. Un'erba come il basilico, descritta un tempo come "protezione contro il male", o "benefica per il cuore", il cui profumo "dissipa la tristezza", può essere tratteggiata in termini moderni come eccellente rimedio profilattico, tonico nervino e antidepressivo. Analogamente al rimedio erboristico, un olio essenziale può coprire un ampio spettro di azioni; una singola erba o un particolare olio (per esempio la melissa) può stimolare certi sistemi del corpo sedandone o rilassandone altri. Al fine di ottenere una più chiara comprensione del mondo in cui gli oli essenziali agiscono e dei loro particolari ambiti di azione, può essere utile considerare brevemente i sistemi del corpo umano.
LA MENTE
Si tratta forse del più discusso e oscuro ambito di azione degli oli essenziali. É indubbio che nel corso della storia gli oli aromatici sono stati utilizzati a motivo della loro capacità di influenzare le emozioni e gli stati mentali: ciò ne spiega tra l’altro l’impiego come incenso per scopi religiosi ritualistici. Come è noto, due apparati nervosi olfattivi corrono proprio al sistema limbico (quella parte del cervello interessata alla memoria e alle emozioni), e proprio per questa ragione i profumi possono evocare una forte e immediata risposta che sfida ogni analisi razionale. Le recenti ricerche condotte all’università di Toho, Giappone, miravano a collocare in un contesto scientifico queste tradizionali credenze e applicazioni.
Sono emersi due tipi di relazione agli odori, chiamate risposta “rigida” e risposta “morbida”: il primo, radicato già prima della nascita è puramente istintuale; il secondo viene appreso o acquistato in un secondo tempo. Del primo tipo può essere un esempio l’odore della pelle materna o un segnale sessuale; il secondo tipo potrebbe essere, ad esempio, la fragranza del caprifoglio, reminiscente di un giardino dell’infanzia. Ma in quale misura l’effetto di un particolare olio dipende dalle sue caratteristiche chimiche o fisiologiche, e fino a che punto è legato alla convinzione o all’associazione?
Trattandosi di risposte psicologiche o emotive al profumo di un particolare olio, questo tipo di distinzione diventa molto più ardua: è certamente rilevante il temperamento di ciascun individuo entro un dato contesto, ed impossibile predire una serie di reazioni.